Citare la Bibbia mi sembra appropriato. Non perché un raggio di luce mi abbia colpito sulla fronte. Nessun voce tonante a dirmi due paroline sul senso della vita (a quello hanno già pensato i Monty Python). Neanche un mezzo Cristo a darmi conforto nell'ora del TG1 delle 20.
Mi sembra appropriato buttarla sulla Bibbia perché il vino di cui parlo è spuntato dalla terra con l'aiuto di Dio e di un uomo sardo, Gianfranco Manca, il quale sardo ha dato come nome alla sua azienda una roba mistico-evangelica. Panevino. E guarda caso, il vino (pardon, prodotto-della-terra-e-del-buon-Dio) di cui vorrei proferire verbo è stato bevuto per ultimo e, riguarda caso, è stata la cosa più buona. Beato lui.
La prenderei larga e partirei, in effetti, dall'inizio come consigliano nelle migliori scuole di scrittura.
La serata era divisa in fasi. Siamo alcolisti ma con del metodo, questo ci va riconosciuto. La prima fase consisteva in una mini-verticale del 16 Anime, il Riesling di Paolo Babini di Vigne Del Bosco. Riesling biodinamico brisighellese autore di grandi performance nelle annate 2004 e 2005, specie la prima, prodotta solo in magnum e capace di unire densità estrema ad un profilo extra-varietale (cioè, se cercate quelle acidità spacca-lingua e tutto quel bel idrocarburo andate da altre parti) di impatto olfattivo assoluto, grande beva sotto un manto di dolcezza (le uve erano quasi completamente botritizzate) per nulla stucchevole. Non ne esiste quasi più quindi credo che dobbiate credermi sulla parola. Qui Babini ha portato i 2007, 2008 e 2009. La prima è una specie di prova che non verrà commercializzata. Le uve sono state raccolte meno mature proprio per vedere di aumentare l'acidità del vino. In questa fase mostra una tendenza all'ossidazione e la ricerca dell'acido buono (mica quello spacca-lingua) ha portato ad uno smagrimento eccessivo del vino. La 2008 è l'annata attualmente in commercio. E' il Riesling forse più ragionato di Babini. Quello che assomiglia di più agli altoatesini, il più preciso negli odori e nel sapore, il più riconoscibile per gli amanti di quest'uva. Quindi quasi nulla fuori posto ma manca quel qualcosa per renderlo veramente emozionante. Con la 2009 (prova di botte) si torna ad uno stile simile al 2005, si sale di consistenza e di dolcezza (più alcolica che da residui), si avvertono delle note animali che ne allargano lo spettro olfattivo. Un'ottima promessa.
Fase 2: batteria di altoatesini. Intanto si è riassaggiato il Lamarein 2008. Il quale prodotto-del-buon-Dio-e-di-Mayr è apparso leggermente meglio della bottiglia precedente (di cui parlai qui). Ma solo leggermente, confermandosi un'annata minore e con un'idea di vino costruito molto bene ma senza slancio emotivo, senza che la sua solita massa carnosa si distenda e rilassi. Tant'è vero che gli altri due vini, che in altre annate Mr. Muscolo/Lamarein avrebbe schiantato alzando solo il mignolo, se la sono giocata, hanno provato qualche spallata, han cercato di tirare fuori i muscoli. Ve lo dico subito, alla fine ha vinto il Lamarein. Ma solo ai punti.
Lui è il Lagrein Mirell 2007 di Tenuta Waldgries. Frutto di "...vendemmia tardiva e selettiva". Premiato e strapremiato. Luca Maroni gli diede 96/100 con l'annata 2003 (ed in effetti quella era una gran bottiglia). Le cose cambiano, i gusti cambiano, tutto muta e blah blah blah; però da quel grande 2003 c'è stato un lento declinare. E la 2007 conferma un altro gradino di discesa. Se oramai trovare ai massimi livelli un parametro come la consistenza non è raro, allora la guerra del gusto si combatte da altre parti (n.b.: è chiaro che la consistenza rimane parametro fondamentale, anche ora che viene contestato e associato a sgraziature, a forzature, a colpe che, di per se, la consistenza non ha; e anche ora che si tenta di ribaltare le cose verso un presunto equilibrio che è spinta verso le acidità e la poca matericità, ora che si spinge verso uve geneticamente deboli perché "la gente è stufa e vuole bere spensieratamente", anche ora produrre vini consistenti costa fatica sforzi e rischi) . Perché qui c'è densita oleosa e volendo anche frutto (fumoso e cupo), ma l'equilibrio latita. E se vogliamo associare l'equilibrio alla beva, al modo in cui scorre in bocca, il Mirell 2007 non ti porta a grandi sorsi. Frena non tanto la tannicità tutto sommato controllata, quanto la dolcezza glicerinosa. Una dolcezza sfasata rispetto al resto, scissa con l'andamento della deglutizione senza riuscire ad amalgamarsi. Facendo due calcoli: 84/100.
Ecco il signor Cabernet Sauvignon Freienfeld 2006 della Cantina Cortaccia. Chiedo scusa, prima sentite cosa dicono nella scheda tecnica: "La maturazione in bottiglia serve a tranquillizare il bouquet drammatico che ricorda un mazzetto di erbe selvatiche e anche la terra umida in cui crescono alloro, rosmarino, maggiorana, lavanda e menta piperita". Giuro che questa non l'avevo mai sentita. Al naso, oltre al bouquet drammatico, viene fuori quell'affumicatura piuttosto tipica (?) nei vini altoatesini. Siamo su intensità medie, un vino che nella prima mezz'ora era quasi muto e anche dopo si faticava a percepire. Vino corretto (c'è bisogno ormai di dirlo?), con un certo sbilanciamento verso l'acidità, ma di sicuro ci si aspettava molto di più. 81/100.
E venne la 7a bottiglia (toh...) e il signore (cioé io, rigorosamente in minuscolo) la assaggiò e disse: "E' cosa buona e giusta".
Però Vignevecchie 2008 di Panevino. Dei suoi vini ho già scritto qui. E siccome a Gianfranco Manca piace che ogni cosa abbia un suo nome e che i suoi figlioli abbiano ognuno un loro nome, così si chiama il suo perlopiù Cannonau 2008 (ciò che era Perdacoddura nel 2005 e Ogu nel 2007). E ancora siccome che ci piace essere complicati, esso non è da confondere con il Però Tankadeddu 2008 che è sempre Cannonau (perlopiù) dalle vigne giovani. Meglio dirlo subito: è meno buono delle altre annate. Assaggiato più volte, è sempre parso meno carico, leggermente più appuntito, non in grado di aprire completamente il ventaglio olfattivo (diciamo che se i fratelli maggiori arrivavano a 360°, qui siamo sui 280°).
Però giochiamo con Manca.
Però è arrivato alla fine di una buona serata in mezzo a buoni vini.
Però eravamo pieni e però è scattata a tutti una lampadina.
Però!, qualcuno ha detto mentre lo beveva.
Però ci ha fatto capire cosa significa essere distesi e rilassati, cool e fighi senza avere bisogno di dimostrarlo.
Però abbiamo guardato gli altri vini e pensato che erano di un'altra categoria (senza offesa, inferiore).
Però il vino naturale quando ci è e non ci fa.
Però come si fa a darci dei voti a vini così (93/100 ho pensato ma non ditelo a nessuno).
Però ci siamo finiti la bottiglia. E tutto il pane.
Amen.
Va bene, mi hai convinto. Mi mamma va in sardegna tra 15 giorni. Cerco di farmi portare 2 o 3 bottiglie di Panevino. Mi servono consigli.
RispondiEliminaSempre e solo viva la mamma. Se vuoi farti un'idea della produzione di Panevino, guarda sul sito di Proposta Vini (l'hanno loro in distribuzione). I due Però meritano (e c'è chi preferisce il Tankadeddu), Vignevecchie si dovrebbe trovare in enoteca sui 25/30 euro, Tankadeddu sui 20; è molto buono anche il bianco macerato Alvas che dovrebbe venire anche lui sui 30; poi c'è il Piccadè (Monica e Carignano)che è buono ma su dimensioni più ridotte e costa meno (penso sui 15); e poi, e abbiamo finito, da quest'anno fa il Girotondo (taglio di Moscato e Girò), una specie di Sherry che ho sentito solo a Firenze in dicembre e mi è sembrato particolarmente ossidato ma che se ritrovo voglio assaggiare e viaggia sui 40 euro. Il massimo sarebbe andare da lui ma solo come esperienza perché di vino non ne ha più e poi Manca ha una gran barbona e parla di forze della natura e forse tua madre si spaventa.
RispondiEliminaGuarda, mia mamma ha 60 anni ed è nata a Guspini, quando la parola proletariato aveva un senso. Mio nonno era del '99. C'era poco a quei tempi, i 4 fratelli su 8 sopravvissuti alla sorte sono emiglrati in continente. Probabilmente mia mamma rimarrebbe incantata sentendo parlare di terra, forze della natura e ideali che è sempre più difficile trovare.
RispondiEliminaE' sempre molto probabile che si spaventi davanti ai prezzi delle bottiglie, quello si.
Ma io non glielo dico, vediamo se presa da pietà per il suo povero figliolo una o due non me le porta davvero.
Mi viene sempre un po' da scherzare su tutto ma Manca è veramente una persona fantastica e fantasticante. Quelle due parole che hai detto sulla tua famiglia mi sembrano già un mini-racconto bellissimo (magari meno bello per chi dovette viverle quelle cose). E se tanto mi dà tanto, allora è più probabile che tua madre se ne resti a Nurri e toccherà a te andare a recuperare bottiglie e mamma. E se restate tutti e due, vengo io.
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